“Gnōthi seautón”, “Conosci te stesso”: queste parole, riportate sul tempio di Apollo di Delfi hanno influenzato e influenzano tuttora i pensatori di tutto il mondo.
Conoscere se stessi significa, infatti, fare un grande passo avanti per riconoscere i propri limiti, e anche le proprie capacità.
Farlo può essere una sfida, soprattutto al lavoro, che è un ambiente in cui si adottano comportamenti, atteggiamenti e abitudini di stampo professionale.
Questo è normale, ma riconoscere come si è, come ci si muove e quali sono i propri obiettivi professionali, può migliorare sia il lavoro di ogni giorno, che fissare in modo più chiaro gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Come riuscirci? Uno dei modi più semplici e, per certi versi divertenti, è un test realizzato a monte di uno studio redatto da Bain & Company e intitolato The Working Future.
Lo studio spiega come la pandemia abbia mutato il mondo del lavoro, ma anche come i lavoratori abbiano cambiato il modo in cui si relazionano alla vita professionale.
Moltissime persone hanno infatti ripensato il proprio rapporto con il lavoro e la ricerca spiega che la motivazione oggi va ben oltre quella che è la soddisfazione economica o lo status professionale.
Essere soddisfatti al lavoro è, oggi, un obiettivo che oggi incrocia un sistema di fattori complesso, fatto di priorità, di rischi, di autonomia e di ideali di realizzazione personale.
Sulla base delle interviste effettuate, i ricercatori hanno quindi tracciato sei profili principali dei lavoratori, ovvero sei archetipi.
Che cosa sono gli archetipi?
In filosofia l’archetipo indica una forma originaria di pensiero e, nel tempo, questo termine si è evoluto, trovando impiego in diversi ambiti, dove assume principalmente il significato di modello, prototipo, ma anche di simbolo.
Più nel dettaglio, l’archetipo è un modello di personalità e di modo di relazionarsi in cui ci si può riconoscere, perché si riconoscono come propri i tratti che lo definiscono.
Un esempio che esula l’ambiente professionale ma che può essere utile per comprendere il significato di archetipo è quello legato alle figure bibliche, dove i personaggi simboleggiano certi stati o certe virtù, come Eva la donna in generale, Giobbe la pazienza… oppure i segni dello zodiaco le lettere dell’alfabeto ebraico.
L’archetipo nel mondo del lavoro
Ma come si può definire l’archetipo nel mondo del lavoro?
La risposta è in modelli definiti da predisposizioni, atteggiamenti e prese di posizione di stampo professionale.
In questo caso i tratti personali migrano in quelli professionali.
Se, ad esempio, un archetipo nella vita privata può essere, scomodando Jung che li ha codificati in psicologia, l’innocente che incarna la figura del perenne sognatore o l’angelo custode che incarna l’altruismo e la devozione, in questo caso il campo di applicazione è il mondo del lavoro.
Questo è ciò che ha fatto proprio Bain & Company, codificando 6 archetipi di lavoratore, che sono frutto della sua ricerca sulle personalità nel mondo del lavoro emerse nel post pandemia.
I sei archetipi del lavoratore
Sulla base delle interviste, la società ha quindi tracciato sei profili principali, dove ognuno di essi ha naturalmente dei punti di forza e dei punti di debolezza.
Gli operai
Gli operai sono le persone che traggono significato e soddisfazione personale fuori dal lavoro. Non sono motivati da aspettative di carriera o di successo, per questo preferiscono ambienti professionali prevedibili e stabili. I loro punti di forza sono l’affidabilità, la produttività, mentre quelli deboli sono la mancanza di iniziativa e di spirito creativo.
Gli altruisti
Gli altruisti sono persone motivate da un unico desiderio: quello di migliorare la vita degli altri e questo è più importante per loro del denaro e del successo. I punti forti sono l’impegno e le relazioni sociali, mentre i punti deboli sono il pericolo di esaurire le proprie energie.
Gli artigiani
Gli artigiani rappresentano l’archetipo della persona curiosa e costantemente desiderosa di migliorare. Ciò che desiderano è scegliere in autonomia come affinare le proprie capacità e, solitamente, amano lavorare da soli. I punti forti sono la determinazione e la dedizione al lavoro, mentre quelli deboli sono la mancanza di una visione di insieme e la scarsa attenzione al lavoro in team.
Gli esploratori
Gli esploratori, da definizione, amano la scoperta e la novità perciò vogliono lavorare in libertà e in autonomia, perché passare una carriera senza nuovi stimoli li spaventa. I punti forti sono l’entusiasmo e la determinazione, mentre quelli deboli sono solitamente la mancanza di costanza e l’assenza di piani a lungo termine.
Gli ambiziosi
Gli ambiziosi hanno come scopo principale la realizzazione professionale e il successo, sia in termini economici che di status, per cui ricercano incarichi che, anche se ripetitivi, siano utili a raggiungere questi obiettivi. I punti forti sono l’affidabilità e l’intraprendenza, mentre i punti deboli possono essere un’eccessiva competitività.
Gli innovatori
Gli innovatori sono persone che si identificano con il proprio lavoro in modo profondo e che, attraverso di esso, mirano a cambiare il modo, per questo sono pronti a tutto per raggiungere i loro obiettivi. Si tratta di una vera e propria visione, quindi i punti forti sono la motivazione e l’innovazione, mentre quelli deboli possono essere la mancanza di pragmatismo, ma anche un atteggiamento arrogante o intransigente.
Leggendo queste descrizioni hai già scoperto che tipo di lavoratore sei?
Se vuoi conoscerlo fai il test dedicato agli archetipi dei lavoratori!